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Tag: Osteopostural

ORGANIZZAZIONE DEL CORPO LA CELLULA IN GENERALE

1- Nel colorare le strutture cellulari, si ricordi che la cellula vivente è in continuo movimento; la membrana cellulare ondeggia dinamicamente mentre assorbe o elimina materiali, e le vescicole si muovono attraverso il citoplasma. 

Questa illustrazione ovviamente mostra la cellula in condizioni statiche. In vivo, le vescicole di pinocitosi (k) possono continuamente scomparire e riformarsi nello spazio di un più secondo. È probabile che le strutture intracellulari più voluminose non subiscano spostamenti significativi. 

2- Il reticolo endoplasmatico (f) è disegnato sia con ribosomi sia senza. Per mettere in risalto i ribosomi, si suggerisce di colorarli con una tinta più scura del reticolo di endoplasmatico.

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COLORARE L’ANATOMIA

1. Colorare i quattro piani del corpo con colori tenui.
2. Colorare le direzioni anatomiche (frecce) con colori brillanti o scuri in modo da metterle in risalto.
3. Il corpo non deve essere colorato.
 

Il corpo umano affascina quasi tutti, ma solo pochi hanno l’occasione di studiarlo. Lo scopo di questo (primo e poi a seguire) articolo è, per l’appunto, di offrire quella possibilità con il minimo sforzo mnemonico ed il massimo appagamento personale. L’apprendimento attivo viene stimolato attraverso la colorazione di tavole ordinate secondo gli apparati del corpo. Prima di iniziare a colorare è indispensabile studiare le “Istruzioni molto importanti”, che riguardano “l’Introduzione all’anatomia macroscopica” e “l’Organizzazione del corpo” prima di passare oltre.

TAVOLA 1

  1. Colorare i quattro piani del corpo con colori tenui.
  2. Colorare le direzioni anatomiche (frecce) con colori brillanti o scuri in modo da metterle in risalto.
  3. Il corpo non deve essere colorato.

TERMINOLOGIA

Per descrivere la sede, i rapporti e l’orientamento delle diverse parti del corpo umano si è via via stabilita una serie di termini precisi e di piani.

  • Onde evitare confusioni, la terminologia deve sempre fare riferimento alla posizione anatomica standard: stazione eretta, con il palmo delle mani rivolto in avanti.

I piani sono linee fisse di riferimento lungo le quali il corpo viene spesso diviso (sezionato) per facilitarne l’osservazione della struttura. Studiando e una regione secondo i tre piani di riferimento, sagittale, trasversale e frontale,se ne può ottenere una prospettiva tridimensionale.

I termini posizione e direzione indicano la sede di un organo rispetto ad un altro, di solito in relazione ad uno dei tre piani principali del corpo.

PIANI DEL CORPO MEDIANO (a)

Il piano passante per la linea mediana che divide il corpo in due metà simmetriche, destra e sinistra.

SAGITTALE (b)

Il piano parallelo al piano mediano che divide il corpo in due parti disuguali (asimmetriche), destra e sinistra. I termini mediale e laterale si riferiscono a questo piano.

FRONTALE o CORONALE (c)

Il piano che divide il corpo in due metà asimmetriche, ventrale e dorsale. I termini anteriore e posteriore si riferiscono a questo piano.

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Rotazione Passiva omolaterale in estensione

Inclinazione laterale verso sinistra con rotazione omolaterale in estensione (congiungente, C2-T3)

Rotazione attiva

Il paziente ruota attivamente la testa il più possibile in direzione dell’estensione, con inclinazione laterale e rotazione verso sinistra.

Presa manuale

Il terapista è in piedi lateralmente rispetto al paziente. Con una mano blocca posteriormente la spalla sinistra del paziente. Con l’altra mano si appoggia lateralmente all’osso occipitale, davanti all’asse motorio. Il terapista trattiene la testa da sinistra e la porta verso la propria spalla.

Inclinazione laterale verso destra con rotazione omolaterale in estensione (congiungente, C2-T3)

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Rotazione Passiva con RANGE di movimento aumentato  

Disturbi irradianti avvertiti nel braccio impegnato nella rotazione possono indicare la presenza di un disturbo motorio a livello delle strutture neurali. In tal caso, al di sopra del gomito o dell’articolazione della mano è possibile differenziare tra cause neurali e cause muscolari.

Rotazione Passiva con range di movimento aumentato

Dopo aver fatto rilassare il paziente il terapista ne mobilizza la testa con una rotazione passiva a range di movimento aumentato verso la massima flessione, con inclinazione laterale e rotazione verso sinistra.

Rotazione passiva

Con una rotazione passiva il terapista mobilizza la testa dalla posizione mediana alla posizione di massima flessione, con inclinazione laterale e rotazione verso sinistra.

Analogamente, alla regione delle articolazioni della testa è possibile applicare i movimenti di flessione ed estensione con inclinazione laterale e di rotazione controlaterale.

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Orientamento: funzione disturbata?

Segmento cervicale della colonna vertebrale

Rotazione passiva con range di movimento aumentato

Fig.1 Dopo aver fatto rilassare il paziente il terapista ne mobilizza la testa con una rotazione passiva a range di movimento aumentato verso la massima flessione.

Rotazione passiva

Fig.2 Con una rotazione passiva, il terapista mobilizza la testa dalla posizione mediana alla posizione di massima flessione.

Nota:. Sintomi quali vertigini e disturbi visivi possono segnalare un’instabilità del segmento cervicale superiore della colonna vertebrale. Il tal caso è necessario sottoporre a test i legamenti, in particolare modo il legamento trasverso.

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 Movimenti Angolari Attivi e Passivi

Flessione (Co-T3)

Rotazione attiva

Il paziente ruota attivamente la testa il più possibile in direzione della flessione. 

Presa manuale 

Il terapista blocca l’Acromion della spalla del paziente da lui stesso girata. Cinge posterolateralmente l’osso occipitale, così da posizionare il margine del mignolo circa all’altezza della base del cranio. Inoltre il terapista blocca con il proprio corpo la spalla del paziente rivolta verso di sé.

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 Palpazione delle Relative Parti Molli


 Segmento cervicale della colonna vertebrale
TERAPIA MANUALE ISBN 978-88-7051-356-l

Muscoli della cintura pettorale e muscoli della nuca superficiali

Muscolo trapezio, parte ascendente

Il terapista afferra il muscolo trapezio tra pollice e dita. Il muscolo viene prima rilassato, se necessario attraverso il sollevamento passivo della cintura pettorale. Nella regio­ne mediale viene apprezzato alla palpazione anche il mu­scolo elevatore della scapola.

Muscolo sternocleidomastoideo

Il decorso del muscolo sternocleidomastoideo è apprez­zabile al tatto dal processo mastoideo al manubrio dello sterno. Se necessario, la palpazione può essere semplificata qualora il paziente estenda isometricamente il SCCV, con­trastando la resistenza opposta dal terapista in inclinazio­ne laterale sul lato da palpare, e in rotazione controlate­ralmente.

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Segmento Cervicale

BioMeccanica

Articolazioni della testa (Co-C2)

Superfici Articolari

C0/C1: articolazione atlantoccipitale

Condili occipitali: convessi

Faccette articolari superiori: concave

C1/C2: articolazione atlantoassiale mediana

Faccetta articolare anteriore: convessa

Fossetta del dente: concava

C1/ C2: articolazione atlantoassiale laterale

Faccette articolari interiori dell’ atlante: convesse

Faccette articolari superiori dell’ asse: convesse

Piano di trattamento

C0/C1: in orizzontale sulle faccette.

Scivolamento

C0/C1: durante la flessione entrambi i condili scivolano dorsalmente, durante l’estensione ventralmente. Nella rotazione a destra il condilo di sinistra scivola ventralmente, quello destro dorsalmente (durante rotazione a sx avviene il contrario). Nell’inclinazione laterale i condili scivolano controlateralmente (regola del convesso).

C1/C2: durante la flessione, l’arco anteriore dell’atlante scivola verso il basso lungo il dente dell’asse, quello posteriore verso l’alto. Durante la rotazione, l’atlante ruota intorno al dente dell’asse.

Strutture di interesse clinico

Dente dell’asse, legamento trasverso dell’atlante, legamenti alari, arteria vertebrale, nervi spinali C1, e C2, nervo trigemino.

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Cefalea_Proiezione del Dolore

Janet G.Travell, David G.Simons _ Dolore Muscolare _ Diagnosi & Terapia, PUNTI TRIGGER

“Figura 1”

La cefalea dovuta a punti trigger attivi (PT) nel muscolo temporale è piuttosto comune, e viene descritta come un dolore percepito diffusamente nella tempia, sul sopracciglio, dietro l’occhio e in uno o tutti i denti superiori.

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Muscolo Temporale

Janet G.Travell, David G.Simons _ Dolore Muscolare _ Diagnosi & Terapia, PUNTI TRIGGER

“Cefalea temporale e mal di denti mascellare” 

La proiezione del dolore dai Punti Trigger (PT) del muscolo temporale copre principalmente la regione temporale, il sopracciglio, i denti superiori ed occasionalmente la mandibola e l’articolazione temporo-mandibolare (ATM); dai PT vengono anche proiettate dolenzia ed ipersensibilità dei denti superiori al caldo ed al freddo. Le connessioni anatomiche sono principalmente con l’osso temporale e la fascia nella fossa temporale, in alto, ed in basso con il processo coronoideo della mandibola. Le azioni di questo muscolo consistono principalmente nella chiusura delle mascelle. Le fibre posteriori e medie, se attivate bilateralmente, fanno retrarre la mandibola; unilateralmente, deviano la mandibola verso lo stesso lato. I sintomi sono: dolore sull’area temporale, spesso ipersensibilità e dolore sordo nei denti superiori, e qualche volta la consapevolezza del paziente di un contatto dentale precoce. L’attivazione dei Punti Trigger può essere dovuta a lunghi periodi di immobilizzazione mandibolare (in posizione aperta o chiusa), a brussismo, al digrignare i denti, ad una disarmonia occlusale, all’esposizione ad una corrente fredda direttamente sul muscolo affaticato, ed a trauma diretto sul muscolo.

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