Skip to main content

Rassegna Storica – Diagnosi & Terapia, PUNTI TRIGGER

Janet G.Travell, David G.Simons _ Dolore Muscolare _ Diagnosi & Terapia, PUNTI TRIGGER

Perché un problema così comune e così serio dovrebbe essere trascurato dalla medicina moderna?

Uno sguardo alla letteratura del passato aiuta a rispondere a questa domanda.

La letteratura sulle sindromi del dolore muscolare è molto ampia e spesso induce il lettore in confusione; vengono utilizzati molti termini che si riferiscono solo a una parte del quadro clinico dei punti trigger Miofasciali, e spesso tratta anche di altre patologie. Molti autori hanno fornito vari pezzi a questo “puzzle”, ma pochi hanno elaborato il quadro completo. Due pezzi “chiave” del quadro, che rimangono controversi sono la fisiopatologia del PT stesso, e l’eziologia delle bandelette palpabili. L’interesse clinico nel dolore di origine muscolare è aumentato e diminuito negli anni, mentre si sono susseguiti nuovi nomi e nuovi concetti causali, come “calli muscolari” per individuare dei focolai muscolari occasionalmente dolenti che venivano percepiti come cordoni tendinei o larghe bandelette e che erano collegati con importanti sintomi di dolore reumatico. Il nome e il concetto di essudazione seriosa furono concettualmente integrati da autori successivi, che, attribuivano tali cambiamenti al reumatismo muscolare o alla febbre reumatica.

Dolore muscolare

Gli studi anatomici non avevano dimostrato un “callo” dovuto a deposito connettivo che giustificasse i cordoni induriti e palpabili nei muscoli dolorosi. Un simile interesse stava crescendo anche nella letteratura di lingua inglese. Un articolo del 1904 sulla lombaggine, introdusse il termine fibrosite come nome più specifico che “reumatismo muscolare” perché attribuiva la dolenzia locale e le zone di durezza palpabile nel muscolo ad infiammazione del tessuto fibroso. Nei successivi studi bioptici la patologia infiammatori del tessuto connettivo non fu dimostrata come causa della maggior parte di fibrositi. Questo portò al concetto di “fibrosite” come ad una sorte di “cestino dei rifiuti, utile per descrivere ogni dolore di origine non organica. Fibrosite rimane un termine in cerca di una ridefinizione e continua ad inglobare diagnosi non specificate. Prima del 1938, solo alcuni riconoscevano che, caratteristicamente, il dolore era proiettato a una certa distanza dal punto dolente (PT miofasciale) muscolare. Tale relazione stretta venia sottovalutata, oppure il dolore a distanza veniva attribuito ad una “nevralgia” associata. L’evoluzione storica dei concetti interpretativi delle sindromi algiche muscolari prese una nuova via quando tre diversi autori, in tre continenti, si fecero conoscere immediatamente.

I successivi lavori di ogni autore identificarono sempre più precisamente il dolore di ogni paziente all’interno di un singolo muscolo, piuttosto che in un gruppo di muscoli. Ogni rilevatore segnalò sindromi algiche muscolari in tutti i distretti corporei, in un largo numero di pazienti. Nell’iniziale articolo del 1942 su quest’argomento, Travel e coll., misero in rilievo il dolore proiettato dal PT dolente ed espressero l’opinione secondo cui qualunque proliferazione fibroblastica è secondaria ad un disordine funzionale; si hanno modificazioni anatomopatologiche solo se tale condizione persiste per molto tempo. La caratteristica di auto-mantenimento dei PT dipende dal meccanismo di “feedback” tra il PT e il sistema nervoso centrale.

error

Enjoy this blog? Please spread the word!