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Rotazione Passiva omolaterale in estensione

Inclinazione laterale verso sinistra con rotazione omolaterale in estensione (congiungente, C2-T3)

Rotazione attiva

Il paziente ruota attivamente la testa il più possibile in direzione dell’estensione, con inclinazione laterale e rotazione verso sinistra.

Presa manuale

Il terapista è in piedi lateralmente rispetto al paziente. Con una mano blocca posteriormente la spalla sinistra del paziente. Con l’altra mano si appoggia lateralmente all’osso occipitale, davanti all’asse motorio. Il terapista trattiene la testa da sinistra e la porta verso la propria spalla.

Inclinazione laterale verso destra con rotazione omolaterale in estensione (congiungente, C2-T3)

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Orientamento: funzione disturbata?

Segmento cervicale della colonna vertebrale

Rotazione passiva con range di movimento aumentato

Fig.1 Dopo aver fatto rilassare il paziente il terapista ne mobilizza la testa con una rotazione passiva a range di movimento aumentato verso la massima flessione.

Rotazione passiva

Fig.2 Con una rotazione passiva, il terapista mobilizza la testa dalla posizione mediana alla posizione di massima flessione.

Nota:. Sintomi quali vertigini e disturbi visivi possono segnalare un’instabilità del segmento cervicale superiore della colonna vertebrale. Il tal caso è necessario sottoporre a test i legamenti, in particolare modo il legamento trasverso.

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 Movimenti Angolari Attivi e Passivi

Flessione (Co-T3)

Rotazione attiva

Il paziente ruota attivamente la testa il più possibile in direzione della flessione. 

Presa manuale 

Il terapista blocca l’Acromion della spalla del paziente da lui stesso girata. Cinge posterolateralmente l’osso occipitale, così da posizionare il margine del mignolo circa all’altezza della base del cranio. Inoltre il terapista blocca con il proprio corpo la spalla del paziente rivolta verso di sé.

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Segmento Cervicale

BioMeccanica

Articolazioni della testa (Co-C2)

Superfici Articolari

C0/C1: articolazione atlantoccipitale

Condili occipitali: convessi

Faccette articolari superiori: concave

C1/C2: articolazione atlantoassiale mediana

Faccetta articolare anteriore: convessa

Fossetta del dente: concava

C1/ C2: articolazione atlantoassiale laterale

Faccette articolari interiori dell’ atlante: convesse

Faccette articolari superiori dell’ asse: convesse

Piano di trattamento

C0/C1: in orizzontale sulle faccette.

Scivolamento

C0/C1: durante la flessione entrambi i condili scivolano dorsalmente, durante l’estensione ventralmente. Nella rotazione a destra il condilo di sinistra scivola ventralmente, quello destro dorsalmente (durante rotazione a sx avviene il contrario). Nell’inclinazione laterale i condili scivolano controlateralmente (regola del convesso).

C1/C2: durante la flessione, l’arco anteriore dell’atlante scivola verso il basso lungo il dente dell’asse, quello posteriore verso l’alto. Durante la rotazione, l’atlante ruota intorno al dente dell’asse.

Strutture di interesse clinico

Dente dell’asse, legamento trasverso dell’atlante, legamenti alari, arteria vertebrale, nervi spinali C1, e C2, nervo trigemino.

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Tipo e Posizioni dell’Articolazione

Terapia Manuale – Ugo Wolf

Posizione di riposo 

La testa è in posizione mediana tra flessione ed estensione. In caso di inclinazione laterale e rotazione, la sua posizione è neutra.

Movimento congiunto 

Flessione: inclinazione laterale con rotazione controlaterale Estensione: inclinazione laterale con rotazione controlaterale. 

Movimento disgiunto 

Flessione: inclinazione laterale con rotazione omolaterale Estensione: inclinazione laterale con rotazione omolaterale.  Questo movimento è però ostacolato dalla guida del legamento tesa oppure, se è possibile, lo è solamente una minima ampiezza di movimento.

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Osteocinematica e Artrocinematica

Terapia Manuale – Ugo Wolf

Posizione delle articolazioni

Posizioni iniziali e pattern patologico

Posizione neutra (zero neutro)

Si tratta di una posizione definita per ciascuna articolazione, alla cui misurazione si procede applicando il metodo dello zero neutro di Debrunner. Nel soggetto in posizione eretta, l’assetto di tutte le articolazioni corrisponde al grado O. Le braccia sono disposte in modo tale che i palmi delle mani risultano rivolti in avanti. La posizione iniziale per la misurazione di flessione ed estensione nell’articolazione del gomito è l’estensione, mentre nella stessa articolazione la misurazione di pronazione e supinazione segue una flessione di 90°.

Esempio: Spalla

Il braccio è parallelo rispetto al tronco, i palmi delle mani sono rivolte in avanti.

Posizione di Riposo

La posizione di riposo è la posizione assunta durante l’esame del gioco articolare. Gli elementi della coppia articolare sono al minimo livello possibile di contatto, i muscoli e la capsula articolare con relativi lega-menti sono al massimo livello di rilassamento. Poiché in questa posizione il gioco articolare è al massimo livello, è possibile riscontrarvi al meglio eventuali ipomobilità dell’apparato capsulolegamentoso.

Esempio: Spalla

Abduzione di 55° e adduzione orizzontale di 30°

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Cefalea_Proiezione del Dolore

Janet G.Travell, David G.Simons _ Dolore Muscolare _ Diagnosi & Terapia, PUNTI TRIGGER

“Figura 1”

La cefalea dovuta a punti trigger attivi (PT) nel muscolo temporale è piuttosto comune, e viene descritta come un dolore percepito diffusamente nella tempia, sul sopracciglio, dietro l’occhio e in uno o tutti i denti superiori.

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Muscolo Temporale

Janet G.Travell, David G.Simons _ Dolore Muscolare _ Diagnosi & Terapia, PUNTI TRIGGER

“Cefalea temporale e mal di denti mascellare” 

La proiezione del dolore dai Punti Trigger (PT) del muscolo temporale copre principalmente la regione temporale, il sopracciglio, i denti superiori ed occasionalmente la mandibola e l’articolazione temporo-mandibolare (ATM); dai PT vengono anche proiettate dolenzia ed ipersensibilità dei denti superiori al caldo ed al freddo. Le connessioni anatomiche sono principalmente con l’osso temporale e la fascia nella fossa temporale, in alto, ed in basso con il processo coronoideo della mandibola. Le azioni di questo muscolo consistono principalmente nella chiusura delle mascelle. Le fibre posteriori e medie, se attivate bilateralmente, fanno retrarre la mandibola; unilateralmente, deviano la mandibola verso lo stesso lato. I sintomi sono: dolore sull’area temporale, spesso ipersensibilità e dolore sordo nei denti superiori, e qualche volta la consapevolezza del paziente di un contatto dentale precoce. L’attivazione dei Punti Trigger può essere dovuta a lunghi periodi di immobilizzazione mandibolare (in posizione aperta o chiusa), a brussismo, al digrignare i denti, ad una disarmonia occlusale, all’esposizione ad una corrente fredda direttamente sul muscolo affaticato, ed a trauma diretto sul muscolo.

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Fisiologia NeuroMuscolare

Janet G.Travell, David G.Simons _ Dolore Muscolare _ Diagnosi & Terapia, PUNTI TRIGGER.

Percezione del dolore

Per comprendere i meccanismi che possono essere responsabili dei fenomeni di dolore miofosciale, occorre conoscere le basi fondamentali dell’elaborazione dell’informazione sensitiva.

La percezione del dolore può avere un’origine esogena, con la mediazione della stimolazione dell’organo sensitivo terminale o di una tenninazione nervosa libera. li dolore può nascere internamente, come dolore centrale, o può essere periferico (dolore proiettato). L’ingresso sensitivo, da una data localizzazione, può essere male interpretato dalla corteccia, come un dolore di altra provenienza.

La trasmissione di sensazioni percepite come dolore attraverso il sistema nervoso centrale è un processo estremamente complesso. Le percezioni dolorose sono interconnesse con sensazioni non dolorose.

Il “segnale” algico viene trasformato almeno quattro volte, a quattro livelli nel suo percorso dal muscolo o dalla cute alla corteccia. La modulazione del segnale (correggendo la sua intensità verso l’alto o verso il basso) può avvenire: a livello del recettore che trasforma lo stimolo in un impulso nervoso; a livello del midollo spinale; nella rete delle stazioni di ripetizione (relay stations) tra il midollo spinale e la corteccia sensitiva (ad esempio il talamo); e nella corteccia sensitiva stessa.

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