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ORGANIZZAZIONE DEL CORPO TESSUTO CONNETTIVO  

Il tessuto connettivo,

nelle sue numerose varietà (sangue, tessuto connettivo propriamente detto e i tessuti di sostegno, cartilagine e osso), serve per connettere, sostenere e unire assieme le strutture del corpo.I vari tessuti epiteliali, ciascuna fibra muscolare, tutti i vasi e i nervi periferici, fino ai loro singoli assoni, sono inguainati dalle fibre del tessuto connettivo. Le ossa e le articolazioni dello scheletro constano di tessuto connettivo. I componenti dei vari tessuti connettivi sono sostanzialmente gli stessi: cellule e fibre intrecciate in una sostanza fondamentale o matrice, costituita da complessi proteicopolisaccaridici, che a livello microscopico non mostra alcuna organizzazione strutturale (sostanza amorfa). Il rapporto tra le cellule e le fibre e/o la densità della matrice caratterizza i diversi tipi di tessuto connettivo. Ad esempio, il sangue e la linfa sono fluidi con molte cellule e senza fibre. L’osso, per converso, ha una consistenza granitica con una matrice mineralizzata, poche cellule e molte fibre. Tutti i tessuti connettivi, eccetto la cartilagine, sono percorsi da numerosi vasi sanguiferi, spesso anche linfatici e da ramificazioni nervose che in queste tavole non sono per lo più stati riprodotti. 

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Organizzazione del corpo tessuto epiteliale

ORGANIZZAZIONE DEL CORPO
TESSUTO EPITELIALE

1. Colorare in ciascun blocco di tessuto tutte le cellule situate al di sopra della membrana basale,

2. Si noti che due titoli principali devono essere colorati in grigio scuro o nero.

3. Non si devono colorare le fossette delle ghiandole esocrine né i capillari di quelle endocrine.

Le cellule del corpo si organizzano in quattro tessuti principali: epiteliale, connettivo, muscolare, nervoso. | tessuti epiteliali rivestono tutte le «superfici» del corpo: pelle, cavità, condotti, vasi. Possono risultare di un singolo strato (epiteli semplici) o di più strati di cellule (epiteli pluristratificati o composti), e vengono denominati in base alla forma delle cellule dello strato superficiale. Le cellule di un tessuto sono tenute assieme dalla membrana basale e da fibre intercellulari. | tessuti epiteliali sono nutriti per diffusione di fluidi attraverso la membrana basale, dal momento che sono privi di vasi.

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ORGANIZZAZIONE DEL CORPO DIVISIONE CELLULARE/MITOSI

  1. Completare ogni fase prima di passare alla successiva; la lettura della rispettiva parte del testo, mentre la si colora, aiuterà a comprenderne il significato. Le varie strutture devono essere colorate allo stesso modo in tutte le fasi.
  2. Per la membrana cellulare, la membrana nucleare, il nucleolo e i centrioli, impiegare gli stessi colori usati nella tavola sulla cellula in generale.
  3. I colori usati per le strutture (e-e2) dovrebbero contrastare molto con quelli usati per (f-f2); ciò consentirà di comprendere meglio la disposizione e la sede delle rispettive strutture. Questi colori non riflettono comunque alcuna differenza qualitativa fra i cromatidi e i cromosomi.
  4. Si consiglia di usare il colore grigio per le strutture (d) e (d1), onde non confonderle con quelle di (e-e2) e (f-f2).
  5. Si possono colorare le fibre del fuso (j), unendole con una linea senza colorare i singoli punti

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ORGANIZZAZIONE DEL CORPO LA CELLULA IN GENERALE

1- Nel colorare le strutture cellulari, si ricordi che la cellula vivente è in continuo movimento; la membrana cellulare ondeggia dinamicamente mentre assorbe o elimina materiali, e le vescicole si muovono attraverso il citoplasma. 

Questa illustrazione ovviamente mostra la cellula in condizioni statiche. In vivo, le vescicole di pinocitosi (k) possono continuamente scomparire e riformarsi nello spazio di un più secondo. È probabile che le strutture intracellulari più voluminose non subiscano spostamenti significativi. 

2- Il reticolo endoplasmatico (f) è disegnato sia con ribosomi sia senza. Per mettere in risalto i ribosomi, si suggerisce di colorarli con una tinta più scura del reticolo di endoplasmatico.

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COLORARE L’ANATOMIA

1. Colorare i quattro piani del corpo con colori tenui.
2. Colorare le direzioni anatomiche (frecce) con colori brillanti o scuri in modo da metterle in risalto.
3. Il corpo non deve essere colorato.
 

Il corpo umano affascina quasi tutti, ma solo pochi hanno l’occasione di studiarlo. Lo scopo di questo (primo e poi a seguire) articolo è, per l’appunto, di offrire quella possibilità con il minimo sforzo mnemonico ed il massimo appagamento personale. L’apprendimento attivo viene stimolato attraverso la colorazione di tavole ordinate secondo gli apparati del corpo. Prima di iniziare a colorare è indispensabile studiare le “Istruzioni molto importanti”, che riguardano “l’Introduzione all’anatomia macroscopica” e “l’Organizzazione del corpo” prima di passare oltre.

TAVOLA 1

  1. Colorare i quattro piani del corpo con colori tenui.
  2. Colorare le direzioni anatomiche (frecce) con colori brillanti o scuri in modo da metterle in risalto.
  3. Il corpo non deve essere colorato.

TERMINOLOGIA

Per descrivere la sede, i rapporti e l’orientamento delle diverse parti del corpo umano si è via via stabilita una serie di termini precisi e di piani.

  • Onde evitare confusioni, la terminologia deve sempre fare riferimento alla posizione anatomica standard: stazione eretta, con il palmo delle mani rivolto in avanti.

I piani sono linee fisse di riferimento lungo le quali il corpo viene spesso diviso (sezionato) per facilitarne l’osservazione della struttura. Studiando e una regione secondo i tre piani di riferimento, sagittale, trasversale e frontale,se ne può ottenere una prospettiva tridimensionale.

I termini posizione e direzione indicano la sede di un organo rispetto ad un altro, di solito in relazione ad uno dei tre piani principali del corpo.

PIANI DEL CORPO MEDIANO (a)

Il piano passante per la linea mediana che divide il corpo in due metà simmetriche, destra e sinistra.

SAGITTALE (b)

Il piano parallelo al piano mediano che divide il corpo in due parti disuguali (asimmetriche), destra e sinistra. I termini mediale e laterale si riferiscono a questo piano.

FRONTALE o CORONALE (c)

Il piano che divide il corpo in due metà asimmetriche, ventrale e dorsale. I termini anteriore e posteriore si riferiscono a questo piano.

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Rotazione Passiva omolaterale in estensione

Inclinazione laterale verso sinistra con rotazione omolaterale in estensione (congiungente, C2-T3)

Rotazione attiva

Il paziente ruota attivamente la testa il più possibile in direzione dell’estensione, con inclinazione laterale e rotazione verso sinistra.

Presa manuale

Il terapista è in piedi lateralmente rispetto al paziente. Con una mano blocca posteriormente la spalla sinistra del paziente. Con l’altra mano si appoggia lateralmente all’osso occipitale, davanti all’asse motorio. Il terapista trattiene la testa da sinistra e la porta verso la propria spalla.

Inclinazione laterale verso destra con rotazione omolaterale in estensione (congiungente, C2-T3)

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Rotazione Passiva con RANGE di movimento aumentato  

Disturbi irradianti avvertiti nel braccio impegnato nella rotazione possono indicare la presenza di un disturbo motorio a livello delle strutture neurali. In tal caso, al di sopra del gomito o dell’articolazione della mano è possibile differenziare tra cause neurali e cause muscolari.

Rotazione Passiva con range di movimento aumentato

Dopo aver fatto rilassare il paziente il terapista ne mobilizza la testa con una rotazione passiva a range di movimento aumentato verso la massima flessione, con inclinazione laterale e rotazione verso sinistra.

Rotazione passiva

Con una rotazione passiva il terapista mobilizza la testa dalla posizione mediana alla posizione di massima flessione, con inclinazione laterale e rotazione verso sinistra.

Analogamente, alla regione delle articolazioni della testa è possibile applicare i movimenti di flessione ed estensione con inclinazione laterale e di rotazione controlaterale.

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Orientamento: funzione disturbata?

Segmento cervicale della colonna vertebrale

Rotazione passiva con range di movimento aumentato

Fig.1 Dopo aver fatto rilassare il paziente il terapista ne mobilizza la testa con una rotazione passiva a range di movimento aumentato verso la massima flessione.

Rotazione passiva

Fig.2 Con una rotazione passiva, il terapista mobilizza la testa dalla posizione mediana alla posizione di massima flessione.

Nota:. Sintomi quali vertigini e disturbi visivi possono segnalare un’instabilità del segmento cervicale superiore della colonna vertebrale. Il tal caso è necessario sottoporre a test i legamenti, in particolare modo il legamento trasverso.

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 Movimenti Angolari Attivi e Passivi

Flessione (Co-T3)

Rotazione attiva

Il paziente ruota attivamente la testa il più possibile in direzione della flessione. 

Presa manuale 

Il terapista blocca l’Acromion della spalla del paziente da lui stesso girata. Cinge posterolateralmente l’osso occipitale, così da posizionare il margine del mignolo circa all’altezza della base del cranio. Inoltre il terapista blocca con il proprio corpo la spalla del paziente rivolta verso di sé.

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 Palpazione delle Relative Parti Molli


 Segmento cervicale della colonna vertebrale
TERAPIA MANUALE ISBN 978-88-7051-356-l

Muscoli della cintura pettorale e muscoli della nuca superficiali

Muscolo trapezio, parte ascendente

Il terapista afferra il muscolo trapezio tra pollice e dita. Il muscolo viene prima rilassato, se necessario attraverso il sollevamento passivo della cintura pettorale. Nella regio­ne mediale viene apprezzato alla palpazione anche il mu­scolo elevatore della scapola.

Muscolo sternocleidomastoideo

Il decorso del muscolo sternocleidomastoideo è apprez­zabile al tatto dal processo mastoideo al manubrio dello sterno. Se necessario, la palpazione può essere semplificata qualora il paziente estenda isometricamente il SCCV, con­trastando la resistenza opposta dal terapista in inclinazio­ne laterale sul lato da palpare, e in rotazione controlate­ralmente.

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